La prossima domenica 18 maggio 2008, si torna a celebrare il miracolo della pioggia e la processione della SS. Trinità che, tradizione vuole, risalga all’anno 1779 quando una preoccupante carestia minacciò tutti gli abitanti locali.
«Da lungo tempo non cadeva una goccia di pioggia – racconta Antonio D’Andreis nel suo “Cittareale e la sua Valle” – Le campagne erano arse. Non vi era un filo d’erba; le bestie si lamentavano affamate e assetate. Gli uomini con terrore pensavano al vicino inverno, agli arconi vuoti, ai pagliai senza fieno, e alle tristi conseguenze che ne sarebbero seguite. Decisero di affidarsi all’aiuto divino. Il 30 maggio festa della santissima Trinità, tutto il popolo della valle diviso in gruppo, guidato dal clero del proprio paese, si recò pregando e cantando al Santuario. Quindi in solenne processione, l’immagine della madonna fu portata a Cittareale e poi di nuovo, sotto il sole cocente e con più solennità fu riportata nella sua chiesa. Gradì la Vergine tanta fede, ed infatti non appena attraversato il fosso e iniziata la salita, si vide rabbuiarsi quel cielo terso da tanto tempo; dense nubi giunsero improvvise dai Monti Pozzoni, il sole fu coperto; lampi, tuoni si rincorsero per la vallata e una fitta pioggia cadde su quei fedeli che ancor più infervorati continuarono a salire l’erta ringraziando la vergine di averli ancora una volta esauditi. È tradizione che quella fosse una annata ricchissima di messi. Ogni anno da quel lontano giorno, in ricordo di un sì prodigioso avvenimento, si ripete la solenne processione che riunisce al Santuario tutti i parenti vicini e lontani e pellegrini da tutte le parti».
Il programma prevede per sabato 17 maggio, alle ore 20,30 la processione che dal Santuario porterà la Madonna nella chiesa di S. Maria a Cittareale.
Domenica 18 maggio, alle 10.30 la solenne processione verso il Santuario di Capo d’Acqua e l’incontro al Cupello con altri fedeli provenienti da tutte le frazioni e comuni limitrofi.
Poi il tradizionale pranzo al sacco in ricordo dell’evento prodigioso.