470 abitanti, 22 frazioni, circa 60 chilometri quadrati di superficie e 1000 metri di altitudine. Questo è nei numeri Cittareale, uno dei piccoli comuni reatini, a confine con Umbria, Marche e Abruzzo. Sorge nella valle Falacrina, ovvero presso l'antico Vicus Phalacrinae, il villaggio in cui nacque l'imperatore romano Tito Flavio Vespasiano. Splenditi paesaggi, clima invidiabile, economia zero, indice di spopolamento al massimo del consentito.
Ma la popolazione, fiera discendete di quell’imperatore di cui la storia in queste ore per il bi millenario dalla nascita infiamma la capitale, combatte ancora per sopravvivere, per concretizzare qualsiasi iniziativa che serva a dare speranza ai pochissimi giovani rimasti. Combatte anche questo terremoto, che non accenna a deporre le armi e che, nelle menti di tutti, riconduce ai tempi passati, che si sarebbero voluti ben dimenticare. A Cittareale non manca proprio niente.
Incantevoli montagne, territori accoglienti, decine di fonti e sorgenti, una piccola ma efficiente stazione sciistica, il nuovo Auditorium, un Museo civico, quattro o cinque siti internet, adsl wireless, un sindaco invidiabile ed ora, anche un ‘serial tree killer’. Cos’è? Un povero cristo che, con il fare della notte, ha inciso la base degli unici due abeti presenti in paese, condannandoli a fine certa. Un killer degli alberi, si. Ma, perché seriale? Perché già nel 2007, un altro abete, questa volta spagnolo, di ben 20 metri di altezza e che troneggiava a pochissima distanza da questi due, ci aveva lasciato le penne.
Stesso trattamento: sega ad arco, piccola, magari arrugginita, un po’ di coraggio (ma chi ti vede a Cittareale) e il misfatto è compiuto. Un sottile e profondo taglio trasversale che, in pratica, interrompe “l’alimentazione” proveniente dalle radici. Le due conifere, di almeno trentt’anni di vita, sono ormai essiccate e già dal municipio si sta organizzando l’abbattimento, senza ‘funerale’.
E mentre un’assessore sorride - «tanto le dovevamo tagliare…» (con quale permesso e di chi?) -, il Sindaco ha già sporto “regolare denuncia contro ignoti” e , così come fece due anni fa, ha promesso la messa a dimora di due “sostituti”. Due piccoli ma promettenti abeti che dovranno di nuovo disturbare il sonno nel povero ‘serial tree killer’. Una promessa disattesa nel primo caso e che, forse, seguirà la stessa sorte in questo.
Ma i vecchi hanno fatto due conti, quelli dell’oste: diciamo che per “disturbare” ancora, dovranno necessariamente tornare a svettare in competizione con l’attigua torre civica e che far questo sarà necessario che passino almeno altri venti anni. Troppi, forse, per il nostro povero cristo che di pazienza sembra averne veramente poca. Con buona pace di tutti, dei vivi e dei morti (gli alberi, intanto).
Da "Il Giornale di Rieti"...