Si va in ogni casa intonando un canto antico che, tramandato di padre in figlio, rievoca la nascita del “Messia”
Da oggi si canta la Pasquarella in più di 20 frazioni. Nonostante l'assenza del presidente del Gruppo Pasquarella di Cittareale, Paolo Fegatelli, trattenuto a Milano per problemi insorti nelle ultime ore, i «cantori» della Pasquarella sono già in viaggio per portare il caratteristico messaggio dell'Epifania.
La sera del 5 gennaio, come racconta la tradizione che si perde nella notte dei tempi, qualunque siano le condizioni atmosferiche, la maggior parte degli abitanti dei nostri paesi si trasforma in cantore. Vestiti da pastori e con gli abiti tradizionali, accompagnati dal suono degli organetti e degli strumenti a percussione locali, si fermano davanti ad ogni casa intonando un canto antico che, tramandato di padre in figlio, rievoca la nascita del “Messia”. Le famiglie ricambiando l’allegria portata, offrono vivande di ogni genere.
Si inizia, al suono di «Nu semo vinuti, co tanta creanza, secondo l’usanza la Pasqua a cantà», con Trimezzo per poi passare alle Cascine, Opagna e Civita in provincia di Perugia. Domani, 4 gennaio, si proseguirà con Vetozza, Scanzano, Le Rose, Santa Croce, Folcara, Chegnerone, Matrecciano, Santa Giusta, Conca e Collenasso. Domenica 5 sarà la volta di Marianitto, Bricca, Collicelle, Vezzano, Cupello e Cittareale.
Questo il testo della Pasquarella:
Nu semo vinuti
Co tanta creanza
Secondo l’usanza
La Pasqua a cantà
Ce l’hanno lasciato
Li nostri antenati
Noi siamo obbligati
La Pasqua a cantà
La notte e Natale
Nascè n’ bambineju
Nascè povereju
Nascè pe penà
Dentro la grotta
Ce stà San Giuseppe
Che spacca le zeppe
Pe fallu scallà
Loco vicinu
Ci stà la Madonna
Lu culla e lu nanna
Je dà lu coccò
E li Re Magi
Che vanno pé via
Bona Epifania
A Voi tutti de qua!