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Alta Quota lancia “Anastasia”, birra prodotta con luppolo fresco e grano
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Usato il frumento della varietà «Senatore Cappelli» prodotto dalle coltivazioni dell’azienda sperimentale del Centro Appenninico del Terminillo 'Carlo Jucci' |
di
Redazione
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Il primo trimestre del 2016 segna il lancio sul mercato di
una nuova birra firmata Alta Quota. Da sempre dedito alla ricerca di nuovi
sapori, alla scelta scrupolosa di materie prime di qualità e a volte insolite,
il microbirrificio di Cittareale, con dedizione, passione, entusiasmo e
creatività ha voluto ancora una volta presentare ai suoi estimatori una birra
che rafforzasse il legame tra territorio e prodotto. La nuova birra Anastasia ha
un’identità locale forte e decisa.
È
prodotta con luppolo fresco e grano della varietà “Senatore Cappelli”,
riprodotti e coltivati con le migliori tecniche agronomiche esclusivamente nella
Piana Reatina nei terreni dell’azienda sperimentale del Centro Appenninico del
Terminillo “Carlo Jucci” dell’Università Studi di Perugia.
Anastasia è una birra ad alta fermentazione dal colore biondo
intenso, intrigante e carismatica con i suoi 8°. Schiuma bianca, fine e
compatta. Carattere complesso, aroma persistente. Al naso è decisa ma non
invadente. Gusto ricco e avvolgente dalle note agrumate. Il sapore fruttato dona
alla birra una dolcezza gradevole che ben si fonde con l’alta gradazione
alcolica. Finale delicatamente amaro.
«Il
Centro Appenninico del Terminillo – dichiara il suo direttore, professor Marco
Fornaciari da Passano – con il suo personale specializzato e grazie alla lunga
tradizione legata all’innovazione in agricoltura, ha condotto una
sperimentazione che, ancora una volta, lo lega a un territorio a imprescindibile
vocazione rurale. Da un progetto ideato e promosso da Provincia e Comune di
Rieti è nata sui nostri campi sperimentali questa birra che offre la conferma di
come istituzioni locali, ricerca e spirito imprenditoriale insieme possano
produrre l'eccellenza».
«Conferire ai
nostri prodotti un’immagine di qualità, artigianalità ed un’identità
territoriale – dice Claudio Lorenzini, titolare del birrificio Alta Quota – è
l’obiettivo che cerchiamo di perseguire fin dal primo giorno. Ringrazio il
Centro Appenninico del Terminillo “Carlo Jucci”, nella persona del suo
direttore, e tutto il personale, che fin da subito hanno manifestato grande
interesse dando disponibilità a supportare le operazioni tecniche di
individuazione, reperimento, coltivazione e trasformazione di specie vegetali da
utilizzare nella produzione di birra e adatte all’ambiente pedoclimatico del
reatino. Operazioni che rientrano nell’ambito della convenzione per il progetto
sperimentale di coltivazione del luppolo a Rieti promossa da Provincia e Comune
di Rieti».
da 'Il Giornale di Rieti'...
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martedì 19 aprile 2016 |
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